Pubblicazioni del Dott. Gabriele Tavolieri su Ortopedia e Traumatologia, Chirurgia Protesica e Artroscopica
Approfondimenti su alcuni degli argomenti più trattati in Ortopedia e Traumatologia, Chirurgia Protesica e Artroscopica:
Ripresa attività ambulatoriale
PROTOCOLLO di ACCETTAZIONE dei PAZIENTI :
L'alluce valgo
L’alluce valgo è la malformazione acquisita più frequente dell’uomo. Consiste in una deviazione in varo del I metatarso e la deviazione in valgo della falange prossimale dell’alluce, associata o meno a pronazione. Si sviluppa una progressiva incongruenza dell’articolazione metatarso falangea del I raggio che va incontro a degenerazione artrosica secondaria, a cui si può associare una sub-lussazione delle articolazioni metatarso-falangee delle altre dita con deformità a martello.
In molti casi è individuata una predisposizione familiare nello sviluppo della deformità , ed è evidente una maggiore predisposizione nel sesso femminile con rapporto 9/1 rispetto al sesso maschile.
La deformità comporta alterazioni anche dei tessuti molli, pertanto i tendini estensore e flessore lungo dell’alluce, agendo come una corda d’arco sulla falange lussata, esercitano una azione di abduzione accentuando la deviazione. La testa del I metatarso, a causa della pressione contro le calzature, può dar luogo a una borsite locale. Con la progressiva deviazione in valgo della I metatarso-falangea, la seconda metatarso-falangea, sottoposta a una pressione crescente, può perdere i rapporti articolari andando incontro a una sub-lussazione fino a una vera e propria lussazione con un quadro di dito a martello.
I pazienti avvertono fastidio e poi dolore nell’utilizzo delle calzature, nel tempo si presentano ipercheratosi e borsite della testa del I metatarso e ipercheratosi sintomatica dorsale della testa di II e talvolta III metatarso.
Le lesioni muscolari
L’incidenza delle lesioni muscolari varia tra il 10 e il 55% di tutti i traumi da sport, rappresentando il 31% di tutti gli infortuni nel calcio professionistico. Questi traumi hanno grande rilevanza per gli atleti e per i club in termini di assenza dall’allenamento e dalle competizioni ufficiali. Nel rugby l’incidenza è dell’11%, nel basket il 18%.
I muscoli maggiormente coinvolti sono in ordine: i muscoli posteriori della coscia (il bicipite femorale in particolare), gli adduttori, il quadricipite e i muscoli del polpaccio. Tuttavia la maggior parte di queste lesioni, avviene in atleti dilettanti o amatoriali, non seguiti da uno staff medico specialistico e spesso intraprendono un iter diagnostico autonomo e improvvisato con risultati scarsi a distanza.
Diverse condizioni concorrono nel determinare le lesioni muscolari, identificabili come fattori intrinseci all’atleta, quali la carenza di allenamento, precedenti infortuni muscolari, affaticamento muscolare, eccessiva velocità del gesto atletico, l’età , e fattori estrinseci come le basse temperature, il clima caldo-umido, le condizioni del terreno di gioco e di allenamento, l’utilizzo di calzature e dispositivi non corretti.Il meccanismo di lesione può essere diretto o indiretto. Nel primo caso si verificano per trauma esterno, come nelle contusioni; nel secondo caso si verificano per sollecitazioni in trazione delle fibre muscolari, come per l’elongazione, lo stiramento, la distrazione, lo strappo.